07 Set TESTIMONIANZA di un donatore
Ecco una forte testimonianza di quanto bene possiamo dare agli altri,
sentite:
Ero al centro trasfusionale Avis di Fivizzano, quando presi la decisione di far parte di ADMO come donatore di midollo osseo. Lo staff medico mi informò su ciò che riguardava la donazione, firmai i fogli di adesione e mi prelevarono una provetta di sangue per la tipizzazione, entrando così nel registro IBMDR (registro nazionale italiano donatori midollo osseo).
Ho compiuto questa scelta in maniera autonoma e volontaria, consapevole di cosa avrei dovuto fare una volta riscontrata una eventuale compatibilità con un paziente in qualche parte del mondo.
Dopo circa un anno fui contattato dal centro trasfusionale e trapianti di Pisa, dove mi riferirono che vi era una concreta possibilità di essere compatibile con una persona bisognosa di un trapianto di midollo, per una forma grave di leucemia. Mi chiesero se ero ancora disponibile a portar avanti l’impegno assunto con ADMO, avrei dovuto sottopormi ad ulteriori esami, per accertare il grado di compatibilità con il paziente.
Mi recai a Pisa dove mi informarono in merito alla donazione, rischi compresi, il paziente era della Nuova Zelanda e aveva 16 anni. La mia risposta fu immediata, barrai tutte e due le caselle che acconsentivano alla donazione, sia da sangue periferico, sia dalle creste iliache del bacino, dicendo che la scelta tra i due metodi sarebbe spettata ai medici, in base alle esigenze del paziente. Mi sottoposi ai previsti accertamenti, fino a quando da lì a poco appressi la notizia della mia perfetta compatibilità.
Per alcuni mesi non ebbi più notizie, in quel periodo avevo perso la speranza, pensando che il paziente forse era morto, invece mi arrivò una chiamata che mi comunicava che avrei dovuto, dopo due mesi, donare il midollo dalle creste iliache, sempre per la stessa persona. Entusiasta per la notizia, firmai il foglio di adesione, e mi sottoposi a nuovi controlli anche psicofisici per verificare l’idoneità alla donazione. Il 24 Giugno fui ricoverato al reparto di ematologia di Pisa, tre giorni in camera sterile. L’impatto con l’ospedale lascia un segno, in quel reparto si può accedere solo con i calzari, camice e mascherina rispettando anche severe norme igieniche, questo fa capire la condizione dei malati. Molti di questi sono giovani e bambini, e questo pensiero mi ha dato ancora di più la forza per affrontare l’intervento. Non avevo né ansia né paura, pensavo solo che il piccolo sacrificio che stavo per compiere dava una concreta speranza di vita a quel ragazzo Neozelandese. Pensando a questo entrai in sala operatoria, l’anestesia fece subito effetto, e trascorsa qualche ora sentii la voce dell’anestesista che mi chiamava: dicendomi che tutto era andato nel migliore dei modi, e che il mio midollo era già in viaggio per la Nuova Zelanda. Mi sono sentito sollevato ed emozionato, per me è stato come portare a termine una missione, non imposta da qualcuno, ma che sentivo nel mio cuore. Il giorno dopo l’intervento mi dimisero, avevo solo un po’ di dolore nella zona del prelievo, che scomparve subito dopo qualche giorno, anche tutti i miei valori del sangue erano tornati nella norma. La legge vigente, per tutelare i donatori, prevede che il midollo osseo possa essere donato solo una volta, salvo rare eccezioni. Per questo motivo ora ho un’altra missione, diventare testimonial di ADMO, divulgare la mia storia, sperando che contribuisca ad accrescere l’interesse per l’associazione, aiutandola a reperire nuovi potenziali donatori. Nel mondo vi sono ancora molte persone bisognose, la maggior parte sono bambini, alle quali possiamo salvare la vita ,dedicandogli un po’ del nostro tempo . Un ringraziamento ad ADMO e a tutti i medici che rendono possibile che tutto ciò accada.
Il Donatore
D.C